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Orlando Tarantato

Orlando Tarantato è uno spettacolo teatrale nato da un'idea di Michelangelo Zorzit, in cui 16 canzoni, in parte composte appositamente per lo spettacolo e in parte selezionate tra i migliori brani dei Bizantina, sono interpretate dal vivo dai sette attori-cantanti e dagli stessi Bizantina, presenti in scena nella formazione completa.
Nel 2009, i Bizantina hanno inoltre realizzato un CD omonimo con i brani dello spettacolo, su cui vi invitiamo a leggere ulteriori informazioni.   

Sconvenienti passioni serpeggiano tra le truppe schierate a difesa della cristianità: la donna guerriero Bradamante arde d'amore per il musulmano Ruggero, mentre il paladino Orlando smarrisce la propria virilità alla semplice vista di un'altra infedele, Angelica, la bellissima figlia del re del Catai giunta in Europa al seguito dei Saraceni. La fattucchiera Morgana, col suo flauto incantatore, restituirà all'eroe il perduto vigore militare e amoroso: ma prima di potersi finalmente congiungere con i rispettivi amanti, Orlando e Bradamante dovranno fare i conti con i bassi istinti del vecchio imperatore Carlo Magno e i tranelli tesi dal consigliere Gano di Maganza, perfido burattinaio che manovra nell'ombra le decisioni del sovrano

Il progetto nasce dalla volontà di contestualizzare in una dimensione più ampia e completa la ricerca dei Bizantina, gruppo musicale che da oltre un decennio riscuote notevoli consensi di pubblico e critica per la capacità di riunire, in una miscela originale e coinvolgente, tradizioni eterogenee per estrazione geografica e livello culturale. A partire dalla reinterpretazione di tradizioni del Sud Italia, sia popolari (tarante, pizziche e tammurriate) che colte (il teatro musicale di Roberto De Simone, la poesia di Eduardo De Filippo), la formazione si è dedicata alla composizione di brani originali in cui le suggestioni musicali mediorientali e balcaniche convivono felicemente con l'influenza della canzone d'autore italiana, ed elementi dialettali o popolari si uniscono a reminiscenze letterarie elevate (García Márquez, Borges, Wilde).

Tale molteplicità di linguaggi trova un'espressione particolarmente consona nella tradizione del Teatro dei Pupi, che da sempre riprende elementi narrativi e linguistici "colti" (Boiardo, Pulci e Ariosto) e li trasfigura, in senso comico, attraverso il prisma della rilettura popolare. Le canzoni dei Bizantina narrano quindi una storia in cui gli sberleffi dialettali corrodono ogni seriosità epica, il motto popolare fa da contraltare a ogni alzata stilnovista, disparità stilistiche e contrapposizioni culturali si stemperano in un unicum narrativo, figurativo e musicale omogeneo.

La vicenda si svolge dunque in una dimensione giocosa e favolistica, che rende lo spettacolo accattivante e gradevole per ogni tipo di pubblico e lascia filtrare significativi riferimenti alla realtà contemporanea: le figure caricaturali dei regnanti Carlo Magno e Gano di Maganza offrono il pretesto per castigare, ridendo, le inclinazioni di tutti quei governanti e faccendieri che alimentano le conflittualità per il proprio tornaconto personale. All'estremo opposto, i personaggi dei sudditi Orlando e Bradamante - paladini, contro il proprio sentire, di una cultura monolitica e pregiudizialmente ostile a ogni diversità -rispecchiano le contraddizioni tra identità individuale e ruolo sociale, sentire personale e radici culturali. L'esito finale della vicenda realizza la sintesi tra tradizioni orientali e occidentali, che la musica e il contesto figurativo suggeriscono fin dall'inizio, ribaltando il clichet dell'inevitabile confronto armato tra paladini e saraceni in un incontro amoroso altrettanto fatale.

 
Un altro progetto MAX s.o.s.