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2004-12-01 Mama Africa (NOVARADIO), Intervista con Daddy Wally e Papa Leo

Daddy Wally: A Mama Africa abbiamo stasera i Bizantina a presentare il loro nuovo lavoro Zahir. Vorrei iniziare con una domanda… “difficile”, perché è sempre un problema doversi etichettare: come definireste il genere musicale dei Bizantina?
Rocco: Effettivamente, etichettarsi è veramente un problema per un gruppo che muove i suoi primi passi a partire dalla tradizione e sceglie successivamente di intraprendere nuove strade, senza per questo abbandonare definitivamente la propria ispirazione iniziale. Quindi semplicemente direi che ciò che continuamente ricerchiamo è la contaminazione, sempre unita al divertimento di sperimentare soluzioni musicali inedite.

Daddy Wally: Infatti ho notato che le influenze nei vostri brani sono molteplici, anche perché i musicisti stessi provengono da svariate regioni d’Italia, e immagino con esperienze musicali diverse.
Rocco: Certo, Mauro è di Termoli, io vengo dal Salento, Michaela per metà è emiliana, per metà molisana. Per quanto riguarda la formazione musicale, tutti noi abbiamo esperienza con più strumenti: io ad esempio ho iniziato con la tastiera, e solo in un secondo momento sono passato al mio strumento attuale, il tamburrello, che suono ormai da vari anni e che mi ha dato molte soddisfazioni, come quella di essere qui, ad esempio.
Mauro: In realtà vorrei sottolineare come Rocco suoni praticamente qualsiasi tipo di percussione, in Panormozahir, ad esempio suona due cucchiai da cucina… Per tornare a delle nostre influenze, credo che già il primo brano del disco, con il suo arrangiamento in uno stile manouche del tutto inedito per i Bizantina, sia indicativo di una grande varietà di ispirazione. Inoltre, il fatto che Panormozahir sia uno dei pochi brani in italiano del disco evidenzia come l’eterogeneità delle nostre provenienze influenzi anche le scelte testuali, oltre che quelle musicali: alcuni pezzi sono in salentino, altri in campano, un brano è in dialetto palermitano. Anche se i componenti attuali sono in maggioranza toscani, nel corso degli anni hanno fatto parte della formazione musicisti provenienti da varie regioni d’Italia, ognuno dei quali ha lasciato una traccia sensibile nello stile del gruppo.

Papa Leo: Qual è il motivo del vostro nome?
Michaela: Il nome venne proposto dal percussionista Massimo Ierimonti, un’altra delle persone che, passando nel gruppo, hanno lasciato qualcosa di sé. Avendo abbracciato tutto il Mediterraneo ed essendo giunta fino al Nord Italia, la cultura bizantina ha creato interessanti forme di mediazione tra occidente e oriente. Poiché la nostra musica non ha come riferimento soltanto il sud Italia, ma tutte le culture musicali dei popoli che si affacciano sul Mediterraneo, come la musica balcanica, quella spagnola e quella araba, il nome ci sembra anche oggi, a distanza di tempo, un’efficace descrizione di quello che siamo e di quello che suoniamo.

Papa Leo: Mentre il titolo del disco Zahir a cosa è dovuto?
Michaela: E’ il titolo di un racconto di Borges, in cui è descritto con questo termine un oggetto che è impossibile dimenticare. Per noi rappresenta tutto quello che un individuo non può lasciarsi completamente alle spalle, ossia le proprie radici. Nel primo brano del disco, al termine Zahir abbiamo accostato l’antico nome di Palermo “Panormo”, che vuol dire porto, ossia punto di incontro e di fusione di tutte le culture: questo è stato un modo per alludere a quanto ci accade quotidianamente, quando siamo chiamati a confrontarci con altre culture, restando d’altronde legati alle nostre radici dal filo inscindibile della memoria.

Daddy Wally: A proposito dei linguaggi che usate, è in dialetto la parte cantata in Adriatika, che segue una lunga introduzione strumentale. Di cosa si tratta?
Rocco: Nelle intenzioni iniziali, il brano era pensato come interamente strumentale. Successivamente abbiamo deciso di aggiungere in fondo una ninna-nanna salentina, stravolgendola notevolmente: sfruttando l’andamento cantilenante di questa filastrocca , l’abbiamo adattata a una base ritmica molto intensa, con un effetto diametralmente opposto rispetto alla nenia originale, che rasenta quasi l’hip hop.
Mauro: E’ una ninna nanna da scitamento!

 

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Un altro progetto MAX s.o.s.