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Panormozahir

(Musica e testo: Michelangelo Zorzit)

Di giostre di gente distante si veste quest'oscurità
Dal porto un rumor di fanfare si arrampica in cielo e vede di là
Raggiungere le stelle stanotte la festa a Panormozahir

Tra scambi di sguardi di rumbe bruciate strisciando tra tacchi e pavé
Due mani ubriache di audacia accarezzano i fianchi affannati perché
Ancora lo sguardo sconfessa promesse che il corpo ha concesso già

E il vento li chiama a spiare le nubi smagliarsi e la notte lo sa
Che la pelle tra un letto di sabbia e coperte di cielo si scuce e si sfa
E il loro respiro già uguale al frusciare degli alberi all'alba sarà

Ma sotto un mantello di stelle la notte uno strascico avrà
Di bianca saliva di onde che subito tornano a far ruvido il mare
E nella risacca s'incaglia in un'eco di ghiaia il ricordo di te

E nella risacca s'incaglia in un'eco di ghiaia il ricordo
Le giostre la gente distante le ingoia questa oscurità
Dal porto un rumor di fanfare assopite sprofonda nel vuoto del mare

E dentro il mio silenzio non dorme stanotte il ricordo di te
Nasconderà il mio pianto uno sciame di stelle disperso nel blu

 
Un altro progetto MAX s.o.s.