Bizantina's music is clearly steeped in Southern Italian roots, despite the band being based in Florence. Their latest album is a bit different, as it is the soundtrack to a theatre show. I am not sure what the show is about, but listening to the music, the show must be more of a folk musical, giving that the numbers on the CD are predominantly songs. And it appears from the little pictures on the album that the show is based on some story set in the past, with knights, kings and men fighting with long swords - and I would love to understand Italian to get the full story.
Musically, the overtoure on the album sounds very promising - instrumental folk rock based on old themes. The songs that follow vary in style between cabaret/chanson, traditional Southern Italian music and contemporary folk rock influences. The songs are all dominated by singer Michaela D'Astuto, with her somewhat high pitched, very intense and often doleful voice. The instrumentation is great, with particularly clarinet and accordion taking often centre stage, making the music atmospheric and exciting. But with that voice, it is all a bit too intense for my liking.
2009-06-19 G. Ballerini, La Nazione: "Bizantina, nuovo disco tra Ariosto e la taranta"
[http://www.italianworldmusic.com/files/press/intervista_lanazione.jpg]2005 Musicalnews
2004-12-09 La Nazione - Ilaria Ulivelli, Dalla taranta al canto popolare
Dalla taranta al canto popolare. Hanno recuperato le tradizioni e ricercano nel suono del futuro. Anche per questo sono pluripremiati da pubblico e critica i Bizantina, nucleo eterogeneo di musicisti da strada, che definisce il suo nome e stabilizza il suo organico nove anni fa, in occasione dell'ottava edizione dell'
On The Road Festival di Pelago, la manifestazione che premia il neonato ensemble di busker.
Da quel giorno sono molti i riconoscmenti, i premi e i concerti che hanno portato il gruppo su e giù per l'Italia (da Arezzo Wave al concerto per Amnesty International) e in giro per il mondo (da Capoverde al Belgio, poi la Spagna, il Portogallo....).
Il nuovo cd
Zahir è il trionfo della musica popolare: qui (è il terzo lavoro pubblicato) l'ensemble si esprime in tutta la sua raggiunta maturità artistica, musicale e compositiva, dove le forti individualità si compenetrano in un lavoro corale estremamente accurato. Propone un brano tradizionae e dieci composizioni originali che spaziano dai ritmi balcanici alla percussività afro, dalla morna capoverdiana alla ricchezza armonica della canzone napoletana, alla pizzica del Salento. Fino alla struggente sicula
Fimmina Tu, scritta da Michelangelo Zorzit.
Del gruppo sono parte Michaela D'Astuto (voce), Rocco Zecca (voce e percussioni), Susanna Crociani (sax, clarinetto, flauti), Marcello Melighetti (chitarra classica e acustica, mandola e buzuki), Mauro De Lillo (batteria e percussioni), Michelangelo Zorzit (basso elettrico, chitarra).
2004-08-18 Per la partecipazione alla TarantaFest organizzata da Darshan
Una festa in tre splendidi comuni del catanese organizzata dall'Associazione Culturale Darshan (
www.darshan.it):
«Tarantafest»,
musica con strumenti tradizionali La Sicilia, mercoledì 18 Agosto
Stamane alle 11 verrà presentato
nella biblioteca comunale di Milo Tarantafest 2004, un percorso culturale
che coglie le esperienze musicali del territorio per salvare un patrimonio
che è espressione viva e genuina del sentire collettivo. «Tarantafest»
raccoglie le esperienze musicali della gente deL sud e il progetto, che
viene oggi presentato alla stampa, prevede laboratori e concerti di musica
siciliana con strumenti tradizionali, ballate e antiche canzoni. Ridimensionato
in rapporto alle risorse disponibili, l'idea coinvolge oltre al Comune
di Milo, per il quale rappresenta un momento importante di MusicaMilo
2004, anche i Comuni di Santa Venerina e di Fiumefreddo ed al quale è
cointeressata la Provincia regionale di Catania ed in particolare l'assessorato
alla cultura con l'arch. Gesualdo Campo. L'evento è organizzato dall'associazione
Darshan ed il programma prevede incontri, laboratori e concerti nei comuni
coinvolti che si svolgeranno fino al 22 agosto.
Domani a Milo ci sarà un laboratorio di canzoni tradizionali siciliane
con i cantastorie di Matilde Politi, il 20 agosto a Fiumefreddo si svolgerà
un laboratorio sul tamburello siciliano tenuto da Roberto Fuzio e il 21
agosto a Santa Venerina Carmelo Salemi terrà un laboratorio sul "friscaletto"
siciliano.
Concerti saranno eseguiti a Milo, Santa Venerina e Fiumefreddo: il 19
agosto a Fiumefreddo dai Bizantina di Firenze e a Santa Venerina da Matilde
Politi; il 20 agosto dai Bizantina a Santa Venerina; il 21 agosto a Milo
i Lautari, a Fiumefreddo Carmelo Salemi; il 22 agosto a Milo i Radicanti
concluderanno la manifestazione. La partecipazione ai corsi e ai concerti
è libera.
Rosanna Marchese
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I suoni
delle due sicilie Vivere, mercoledì 18 Agosto
Nasce il Tarantafest, un
nuovo progetto culturale ed artistico incentrato sulle musiche della Terra
di Sicilia e del Meridione d'Italia, un festival che vuote soddisfare
quel diffuso desiderio di riscoprire la cultura dei popoli che abitavano
e abitano il Regno delle Due Sicilie. Il Comune capofila di Milo, l'ente
proponente, porta avanti da tempo un progetto che va al di là della sola
arte musicale, tale impegno ha lo scopo principale di diffondere tradizioni
popolari secolari collegate ad una ben precisa regione geografica: il
Sud Italia. Dalla Sicilia a Napoli; dal Salento all'Aspromonte, s'intraprenderà
un viaggio attraverso i valori, i colori, i sapori della cultura popolare
(i briganti e la rivolta del popolo oppresso, gli stornelli d'amore, le
pizziche e le tarantulate). Ogni artista o gruppo musicale con la peculiarità
e il timbro che lo contraddistingue e con l'ammiccante ed esclusivo fascino
del proprio suono, è forza caratterizzante nella rievocazione di situazioni
ed ambienti originali: feste patronali, eventi legati alla semina o alla
raccolta di prodotti tipici della terra, antichi rituali, canti d'amore
(sonate, serenate). Questa prima edizione del festival nasce proprio all’insegna
della collaborazione fra i Comuni di Milo, Fiumefreddo e S. Venerina,
che hanno deciso di unirsi per costruire insieme un evento che non sia
una semplice meteora della durata di un'estate, ma possa invece protrarsi
negli anni come un appuntamento fisso che contraddistingua l'area geografica
identificalo come polo di attrazione turistica e richiami altresì l'attenzione
dei media a carattere nazionale. Il Tarantafest, incentrato su spettacoli
musicali, sarà comunque arricchito da altri eventi: videoproiezioni, incontri
a tema, laboratori d'avviamento a strumenti tradizionali (tamburello,
tammorra, marranzano), mostre d'artigianato (carretti siciliani, botti
da vino, etc.). Gli artisti: Bizantina (Firenze), musiche d'ispirazione
e tradizione mediterranea; Radicanto (Bari), le pizziche e le tarante
del Salento in chiave attuale; Lautari (Colonia), la Sicilia cantata
e rivisitata nella sue infinite tradizioni; Carmelo Salemi (Siracusa),
la voce più rappresentativa del friscalettu siciliano; Matilde Politi
(Palermo), la nuova Balistreri, cantostorie siciliana.
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Il festival della «Taranta».
L'appuntamento è a Milo Giornale di Sicilia, giovedì 19 Agosto
Con
un laboratorio sulla canzone tradizionale siciliana e i cantastorie di
Matilde Politi, oggi, alle 11, nella sala della Biblioteca del Comune
di Milo prende il via Tarantafest 2004, che vede coinvolti i Comuni etnei
di Milo, Santa Venerina e Fiumefreddo in un progetto ambizioso, che mira
alla organizzazione annuale di un grande Festival della Musica popolare
meridionale. A presentare la manifestazione, ieri, i sindaci dei tre comuni
organizzatori, Paolo Sessa, Nino Ferlito e Sebastiano Nucifora, e Davide
Urso e Mario Gulisano della Darshan, l'Associazione che organizza l'evento.
Il progetto 2004 di Tarantafest, offre un percorso attraverso le musiche
e le ballate del Sud Italia che vede cointeressato l'Assessore alla Cultura
Gesualdo Campo della Provincia Regionale di Catania - ha detto Sessa -
ed è ambizioso perché cerca di far lavorare insieme i comuni, cosa difficile
e importantissima e poi vuol diventare il più grande meeting di musica
popolare di Sicilia. Il progetto, che in questa fase di avvio è stato
ridimensionato in rapporto alle risorse disponibili, prevede, una serie
di incontri musicali e di laboratori. Il programma prevede un laboratorio
a Fiumefreddo sul Tamburello siciliano tenuto da Roberto Fuzio il 20 e
un altro Laboratorio il 21 a Santa Venerina sul friscalettu siciliano
tenuto da Carmelo Salemi, tutti alle 11. I concerti: il 19 e il 20 i Bizantina
di Firenze a Fiumefreddo e a Santa Venerina; Matilde Politi a Santa Venerina
il 19; il 21 agosto a Milo I Lautari e a Fiumefreddo Carmelo Salemi; mentre
il 22 si conclude Tarantafest a Milo con i Radicanto di Bari. L'accesso
ai Corsi e ai concerti è libero.
Mario Pafumi
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Le «pizziche»
dei Radicanto concludono il Tarantafest La Sicilia, domenica 22 Agosto
Stasera alle 21 si concluderà
a Milo la prima edizione del Tarantafest. A chiudere il festival di musiche
della tradizione del meridione d'Italia, organizzato dall'associazione
«Darshan», saranno i Radicanto di Bari che eseguiranno pizziche e tarante
del Salento. Nei giorni scorsi artisti di rilievo hanno portato a Milo,
Fiumefreddo e S.Venerina, le musiche della tradizione popolare dei Sud
d'Italia attraverso laboratori e l'esecuzione di brani musicali antichi
destinati ad essere dimenticati senza la sapiente ricerca di artisti e
studiosi della tradizione come Matilde Politi, il complesso dei Bizantina
di Firenze, quello dei Lautari di Catania, di Carmelo Salemi di Siracusa.
Stasera i Radicanto porteranno in
piazza Belvedere a Milo le musiche del Salento riproponendo in chiave
attuale antiche pizziche e tarante di quella terra.
Rosanna Marchese
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2004-06-08 Corriere di Firenze - Enzo Boddi, Recensione del cd Zahir
Un lavoro di ampio respiro, che coniuga elementi melodici del patrimonio del Sud con colori e forme ritmiche iscrivibili nell'alveo del Mediterraneo. Efficace risulta l'uso di idiomi come il siciliano ed il napoletano, intrinsecamente dotati di una squisita musicalità. L'ispirazione oscilla dall'impianto arabeggiante di De Sira ai ritmi dispari di estrazione balcanica di Adriatika. Le dinamiche del gruppo poggiano prima di tutto su una corposa ritmica (Mauro De Lillo, batteria; Rocco Zecca, percussioni; Michelangelo Zorzit, basso; Marcello Melighetti, chitarra); godono quindi del respiro impresso dalla fisarmonica di Samuele Venturin e dalle ance di Susanna Crociani, che ai sax soprano e sopranino riproduce la sonorità di strumenti affini tipici dell'area mediterranea; incontrano infine un austero lirismo nelle voci di Michaela D'Astuto e dello stesso Zecca.
2004-07-01 Re Nudo - Recensione del CD Zahir
Giunti alla loro terza realizzazione discografica dopo E’ Notte (1997) e Bizantina (2001), i Bizantina proseguono il percorso che li ha portati a una progressiva emancipazione dal repertorio tradizionale del sud Italia, in direzione di un’attività compositiva sempre più prolifica ed eterogenea. I brani del CD sono composizioni interamente originali, che prediligono frequentemente l’uso del dialetto per valorizzare l’espressività naturalmente connessa a ogni linguaggio “marginale”; l’unico brano interamente tradizionale, ideale legame con il passato dei Bizantina, è la pizzica salentina Auellì, riproposta in un ricercato arrangiamento che punta ad esaltarne alternativamente la freschezza melodica e il vigore ritmico.
L’ampio spazio dedicato a composizioni originali permette alla creatività dei Bizantina di svilupparsi in molteplici direzioni, ora avvicinandosi alla canzone d’autore (Panormozahir), ora riallacciando le fila di una riflessione sociale, affrontata già nei precedenti lavori discografici, che trae ispirazione dalla realtà contemporanea (La Gente Che Passa, Terra Di Briganti) o da vicende storiche non troppo lontane (Attilio).
A tale varietà tematica corrisponde un’analoga ricchezza di spunti musicali, attingendo ad ambiti espressivi mitteleuropei (il manouche di Panormozahir e il klezmer di Attilio), africani (la morna capoverdiana di La Gente Che passa, le percussioni afro di Sacara) e arabi (De Sira), e tentando, in ultima analisi, di sondare le possibilità espressive di ogni “bacino” di comunicazione tra culture musicali diverse (il brano strumentale Adriatika, idealmente collocato a metà strada tra Salento e penisola balcanica).
A dispetto di tale eterogeneità di ispirazione, il punto di arrivo di tale percorso è un sound omogeneo, che rinuncia in partenza a proporre filologicamente una tradizione specifica e predilige piuttosto la ricerca di equilibri e composizioni originali, anche quando si confronta con generi musicali già fortemente codificati quali la canzone napoletana (Si Mmo) o la tammurriata (Terra Di Briganti).
In alcuni casi, infine, il percorso musicale dei Bizantina accede a dimensioni espressive difficilmente riconducibili ad una specifica tradizione: il virtuoso scioglilingua melodico di Treno, che si conclude dilatandosi nell’evocativa atmosfera di un controcanto di sax, e il “contrasto” amoroso di Fimmina tu, che affida a pianoforte e violoncello l’apparente semplicità della tessitura armonica, ed esalta le peculiarità del testo in un’accurata distribuzione delle parti femminili e maschili.
2002-05-01 Traditional Arranged - Loris Böhm, Recensione del cd Bizantina
Si tratta di un gruppo veramente esplosivo: il suo nome è "Bizantina " e onestamente ben poco sapevo sul loro conto... tanto che la sorpresa è stata davvero notevole.
Un gruppo fiorentino che canta pizziche, tammurriate e danze del sud italiano in modo esemplare, con una grande verve interpretativa unita ad una genialità compositiva senza pari. Sono stati il gruppo rivelazione del FIMU 2002 insieme a Carmelo Salemi surclassando agguerrite formazioni locali (francesi) e fantasmagoriche coreografie bielorusse.
Hanno dimostrato con questo disco appena uscito di essere tra i migliori gruppi italiani in circolazione. Estremamente professionali, hanno incantato l'attento ed esperto pubblico francese presente in diverse migliaia ai loro concerti, un exploit che li ha proiettati all 'attenzione dei media locali.
Il disco possiede delle gemme che potrebbero figurare tranquillamente nella top ten 2002, ma sarebbe ingiusto escludere un brano qualsiasi da quest 'album che nella nostra classifica di fine anno figurerà ai primissimi posti. Bisogna proprio ascoltarli, e sarà amore a prima vista
2002-11-01 Traditional Arranged - Loris Bohm, Recensione del FIMU di Belfort
TRADITIONAL ARRANGED, unico media italiano ufficialmente ammesso ad accompagnare
Hirio Eventi (che cura le selezioni artistiche italiane del festival), ha
il compito di testimoniare questo straordinario festival, un festival di musica
"totale" che non ha eguali al mondo. Il FIMU, ancora poco conosciuto
in Italia, è a tutti gli effetti l'unico punto di riferimento per gli artisti
non professionisti e universitari. Ovviamente anche formazioni "fuori
quota" sono ammesse, purchè abbiano alle spalle un lavoro di ricerca
significativo sulla musica tradizionale.
Ma FIMU non è solo folk e tradizione, è anche
rock, jazz, avanguardia, classica... in tutte le sfaccettature possibili;
tutto il mondo è rappresentato in questo evento realmente unico nel suo genere,
che raduna in totale oltre duemilacinquecento artisti per tre giorni all'anno.
La particolarità di questo festival è appunto il confronto tra tutti i generi
musicali che permette la scoperta di un pubblico che apprezza la musica folk
almeno quanto quella di generi più commerciali. Tutte le formazioni, tutti
i generi musicali, tutte le nazioni hanno espresso il meglio della qualità
che potevano, esiste infatti in ogni nazione una preselezione per chi aspira
a partecipare al FIMU, quella finale si svolge a Belfort e decide chi e quanti
rappresentanti verranno invitati per ogni nazione. L'Italia aveva già stabilito
un primato ottenendo ben sette inviti per la musica tradizionale, merito
della selezione di, alta qualità presentata da Hirio Eventi... inoltre anche
nel settore della musica classica abbiamo avuto dei rappresentanti al FIMU.
È stato un successo senza precedenti per le formazioni
italiane.
Il quotidiano
Le Pays il giorno
dopo riportava come titolo di testa per le pagine dedicate al FIMU:«FORZA
ITALIA! Il cuore del festival belfortino batte per te; com'è nato quest'amore?»,
un complimento tutto rivolto all'organizzazione Hirio veramente inconsueto
e ricco di significato.
L'impossibilità concreta di seguire tutti gli eventi rende la cronaca scarsa...
ma parlare di tutti i musicisti sarebbe cosa assai ardua e richiederebbe
comunque uno spazio veramente enorme. Una folla straripante, immensa, inconsueta
per i musicisti italiani, ha richiesto a gran voce altri bis a Salemi e
Bizantina
procurando qualche problema ai tecnici per i tempi stretti di cambio scena.
Un pubblico magnifico e ordinato, attento alla musica 24 ore su 24, partecipe
e protagonista dell'evento, mai distratto, come spesso si può riscontrare
in diversi "festival" anche nostrani dove il pubblico (privo di
cultura musicale) si disinteressa completamente di chi suona. La mattina dopo
la fine del festival a Belfort tutto era ripulito ed in ordine come se non
fosse successo nulla! Amore per la musica e amore per l'ordine.
Il quotidiano
L'Est Républicain ha valutato circa centomila
spettatori in tre giorni, (nonostante la pioggia del primo giorno), un bel
record per un festival europeo.
L'organizzazione è stata inappuntabile: una folta schiera di "pilot"
ha monitorato tutte le aree del festival, regolando, per esempio, l'accesso
al pubblico durante il concerto della nostra FereBandAperta, nell'elegante
ma limitato cortile del Municipio, distribuendo i turni dei pasti affinché
le migliaia di musicisti potessero rifocillarsi senza attendere per ore. Un'organizzazione
che doveva necessariamente essere perfetta, perchè sarebbe bastato un granello
di sabbia per far inceppare un meccanismo così complesso come è quello del
FIMU. Unico intervento della polizia locale, a festival finito, per "calmare"
gli scatenati musicisti italiani che, insieme a quelli portoghesi, francesi,
spagnoli, ecc. improvvisavano jam sessions "fuori orario" nelle
strade del centro. Hanno detto: «Ragazzi, ci siamo divertiti tutti, ma adesso
la gente vuole dormire... è meglio che anche voi andate a riposarvi!!»; l'invito
è stato eseguito senza discussioni, anche perchè eravamo effettivamente stanchi
della maratona sonora. Dalle finestre qualcuno ci ha salutato cantando una
melodia italiana...
2002-09-01 World Music - Daniele Bergesio, Recensione del cd Bizantina
Ci sono perizia e cura del suono sorprendenti nell 'opera di questo ensemble dal sud dell 'Italia. Tarante, pizziche, tango e medioriente sono prede di una metamorfosi che ne demolisce lo stile per farne un'attitudine:la vocazione verso il meridione, non solo italico, forgia con la musica un pathos che si fa visivo nei pensieri dell 'ascoltatore;il prodotto è un folk rock saggio ed istintivo insieme. La voce particolarmente ispirata di Michaela D 'Astuto rapisce volenti o nolenti, e la calda
sezione ritmica, ora elettrica ora acustica, tiene sul filo le emozioni, in bilico tra PFM e taranta. I Bizantina non nascondono, d 'altronde, come la spinta percussiva dei loro brani costituisca il primo ponte appoggiato al coinvolgimento dell 'ascoltatore, tanto nei brani più ritmati che nelle morne più suadenti. E significativi sono quindi gli omaggi alla coppia De Andrè-Bubola di "Volta la carta " e alla rivoluzione di Eugenio Bennato: delimitano perfettamente quelle Terre di Mezzo sonore che i Bizantina propongono senza finta maniera.
http://www.worldmusiconline.it
2001-06-01 Leonardo Castellucci, Recensione del cd Bizantina
Le radici dei Bizantina si rintracciano nell'ancestrale passione di suoni-archetipo e di ritmi intesi nella loro originaria essenza, senza quella ruffiana e posticcia strumentazione che spesso interviene in operazioni dei genere, come commerciale compiacimento per orecchie abituate ad altro. Il divertimento di impugnare uno strumento e iniziare a suonare è senz'altro la prima e piu' forte pulsione che la musica di questo gruppo comunica. Ma non fermandosi al puro gusto coinvolgente e caldo, si scopre una ricerca attenta alla 'filologia dei ritmi e delle sonorita' e delle tradizioni popolari del Sud. Di quel Sud da dove presero origine il pensiero e l'idea spirituale della vita. Di quel Sud affacciato al bacino del Mediterraneo. Ma forse potremmo dire di oggi Sud della terra.
E' questa la scelta di campo dei Bizantina, espressa con un filtro musicale diretto e gioiosamente provocatorio nei modi apparentemente festosi e intriganti di tarantelle, tanghi o di carnali, eppure astratti, ritmi mediorientali. Scelta corroborata anche da omaggi a maestri dello spessore di Eugenio Bennato e Fabrizio De Andre', dei quali sono interpretati tre notissimi brani.
Ma simili referenti esigono anche un adeguato impegno testuale. Impegno che si esprime attraverso una partecipata poesia sociale, come nel caso di
Prigionieri o di
Passogirapasso, un'amara, attualissima denuncia il cui messaggio si condensa in questi versi: "Fa paura lo straniero e' scomparso l'operaio l finito il comunismo chi fa legge e' il bottegaio / Proteggi il tuo paese, la casina il giardinetto / Ti giri e ti rigiri e guardi tutti con sospetto."
Parole che suonano come uno sberleffo e un incitamento a risvegliarsi dal torpore in cui ci siamo rifugiati.
1998-11-01 Re nudo - Recensione del cd E' Notte
Ritrovarsi improvvisamente nel mare blu o sotto le stelle. Mi piace sentire le mani che suonano e le ugole che vibrano, le passioni che si uniscono creando un accordo dove la musica ti rinfresca. Musica popolare immediata, suggestiva. Oriente e tradizioni del Sud.
1998-08-09 L'Arena - Beppe Montresor, Bizantina: soffia il vento caldo del Sud
Incanta un po' tutto nella proposta di questo gruppo che ha scelto, sin dalla sua formazione il «vento del sud» come denominatore comune del proprio repertorio: un affresco, quindi, pieno di colore, profumo e poesia, giocato sui diversi patrimoni popolari e tradizionali della Campania, della Calabria, della Puglia, della Basilicata, delle isole maggiori del Mediterraneo. Sonorità ricche, in qualche caso lambite da generi stilistici «estranei» come il jazz (la latineggiante coda strumentale, ricca di swing, alla suadente, ipnotica melodica di «Quando il sole è dote», un brano ispirato alla festa della Madonna Nera di Matera), ma sostanzialmente, e con grande buon gusto, rispettose dell'essenza tradizionale che caratterizza tarantelle, tammuriate, ninne nanne, ballate, o i «balli tondi» della Sardegna.
Incantano, innanzitutto, i meravigliosi intrecci vocali di Anna Granata e di Michaela D'Astuto, possente timbro lirico, che costruiscono dialoghi, contrappunti, poliritmie di fascino arcaico e di dolcissima intensità. A loro si affianca, in qualche caso, anche la voce della polistrumentista Susanna Crociani, efficacissima e perfettamente in linea con la magia di questo repertorio anche al flauto dolce e a strumenti apparentemente estranei a questa tradizione come il clarinetto e soprattutto il sax soprano. Ma tutto il gruppo, con una menzione particolare a Emiliano Benassai (piano e fisarmonica).
Stupisce favorevolmente, anche, la capacità di costruire, su riarrangiamenti per lo più di melodie tradizionali, testi originali, nei vari dialetti, a loro volta dal magico sapore tradizionale. Testimonianza, evidentemente, di un assimilazione lunga anche a questo livello del «vento del sud». «Tarantella del Gargano», «Occhi neri», «Terra», sono indicativi esempi in tal senso, e la storia d'amore narrata in «Riturnella» ha il sapore e la cadenza, stranamente, di una celtica folk ballad. Di straordinaria bellezza, poi, si rivela «'E notte», struggente melodia dedicata alle stelle: «so tutte bbelle / pecché stanno luntanu / comme a te»; il testo è tratto da una poesia di Eduardo De Filippo.
1998-08-23 La Nazione - Giovanni Bogani, Voglia di musica bizantina
Il palco è in mezzo a un bosco, alberi alti tutt'intorno. Il pubblico è quello di un dopocena in pineta: signore, qualche bambino, ragazzi. Salgono sul palco, agli Horti Leonini di San Quirico, per un concerto al festival della Val d'Oncia, un gran contenitore di idee di spettacolo disseminate per i giorni e le colline.
Si chiamano Bizantina, loro. Iniziano a suonare. E quello che senti non è musica, ma il Sud. Senti le voci dei suk d'Arabia, le reti dei pescatori di Sciacca, un mercato di Napoli, i briganti dell'Aspromonte, la faccia scavata nella pietra di Eduardo. E' difficile dire come fanno, ma lo fanno.
E quel bosco, intorno, diventa una foresta dionisiaca: un ragazzo comincia a ballare, ed è come un'estasi, manovrato dalla musica come dei fili invisibili, si avvol e su di sé come in un Sabba o come nei riti dei dervisci del aghreb. Altri si uniscono, girano e ballano, ballano e girano, loro, sul palco, suonano una musica che balla e che gira. Il Sud.
Le percussioni odorano di piazza e di polvere, la voce della donna vestita di nero è quella di un muezzin, la voce di quella vestita di arancio è il flauto di un incantatore di serpenti, la terza suona il sax meglio di Marsalis. E suona il Circo e l'Arabia, corre su scale labirintiche, poi ritrova ordine, linee rette quasi rock, poi rimescola di nuovo tutto ed evoca, con sincopi spezzate, le corse convulse dei briganti.
Ti chiedi: di dove saranno? E scopri che non vengono da Agrigento o da Sanluri, ma da Firenze.
1998-08-08 L'Arena - Beppe Montresor, Dai Bizantina soffia il vento del sud
È opportunamente inserito nella rassegna «Notti nei giardini d'Europa 1998» il concerto di stasera al Parco Cotoni di San Giovanni Lupatoto per «Suoni nel Parco», quarta edizione di una rassegna dedicata alle «musiche acustiche... ed altro». Opportunamente perché debuttano a Verona i Bizantina, ensemble di otto strumentisti che ha ricevuto nel 1997 un importante riconoscimento, quale, finalista al Premio Ciampi, come una delle voci più interessanti della cultura mediterranea, fra tradizione e contemporaneità.
L'esito particolare deriva dai diversi retroterra degli otto musicisti: sia dal punto di vista geografico (vengono dalla Toscana, dalla Campania, dalla Calabria, da Sicilia e Sardegna), sia dal punto di vista artistico, perché nel gruppo confluiscono esperienze jazz, rock, gospel, rhytm'n' blues, etniche, ,persino liriche.
E il vento del sud» che soffia dai Bizantina, ovvero Mauro Citzia (chitarra, mandolino, contrabbasso percussioni), Susanna Crociani (sax soprano, clarinetto, flauti dolci), Michaela D'Astuto (voce e chitarra) Mauro De Lillo (batteria), Rocco Giorgi (chitarra5, Anna Granata (voce, organetto diatonico, percussioni tradizionali), Massimo Ierimonti (bodhran congas, tamburelli e altre percussioni) e Marcello Melighetti (chitarra e mandola).
1997-08-19 La Nazione e Mattina, per la partecipazione al Gray Cat Festival
Mattina
La loro prima apparizione in pubblico risale all'On the road festival di Pelago del'93. Allora i Bizantina - in concerto stasera a Tirli per il cartellone del Grey cat festival - presentarono un repertorio di musica prevalentemente partenopea.
Da allora il gruppo - formato da Anna Granata alla voce, Michela D'Astuto alla chitarra e alla voce, Marcello Melighetti e Rocco Giorgi alle chitarre, Susanna Crociani al sax, flauto e clarinetto, Mauro Citzia al contrabbasso e al mandolino, Massimo lerimonti ai tamburelli e Mauro De Lillo alla batteria - si è arricchito di ritmi e melodie popolari provenienti da diversi paesi affacciati sui Mediterraneo. Grazie a una formazione da musicisti di strada i Bizantina hanno mantenuto spontaneità e allegria nelle loro esibizioni dal vivo.
Con un repertorio in cui convivono brani popolari e musiche originali, la formazione promette ritmi caldi e solari.
A luglio dell'anno scorso la band ha conseguito il premio Castello di Nipozzano.
La Nazione
Ritmi caldi e solari per una infuocata sera d'agosto. Immersi in pieno clima vacanziero i villeggianti di Tirli potranno assistere allo spettacolo del Grey Cat Festival, che presenterà i
Bizantina.
Il gruppo, apparso per la prima volta sulla scena nel 1993, propone canzoni e musiche popolari, che traggono ispirazione dalle intense melodie dei paesi mediterranei.
Reduci dal premio «Castello di Nipozzano», vinto all'ottavo festival «On the Road» di Pelago, Anna Granata (voce e percussioni), Michaela D'Astuto, Marcello Melighetti e Rocco Giorgi (chitarra), Susanna Crociani (sax soprano), Mauro Clitzia (contrabbasso), Massimo lerimonti (bodhrans) e Mauro De Lillo (batteria) eseguiranno motivi freschi ed insoliti, divertenti e ballabili.
1998-06-21 Il Tirreno - Stefania Sondrolini, Musica sotto le stelle
Dei Bizantina fanno parte Anna Granata (voce e organetto diatonico), Michaela D'Astuto (chitarra e voce), Marcello Melighetti (chitarra e mandola), Emiliano Benassari (fisarmonica), Susanna Crociani (sax soprano, clarinetto e flauti), Mauro Citzia (contrabbasso, mandolino, basso), Massimo lerimonti (tamburelli e congas) e Mauro De Li lo (batteria). Un ottetto che ha debuttato nel 1993 come gruppo di musicisti da strada all'«On the road Festival» di Pelago.
L'esperienza accumulata suonando per strade e piazze unita alla capacità di fondere in maniera omogenea jazz, pop e musica classica, rendono particolari le canzoni del gruppo che sono divertenti, ballabili e ricche di momenti di autentica passione e di antiche emozioni mediterranee.
Durante le loro esibizioni dal vivo, gli otto polistrumentisti riescono a coinvolgere il pubblico per la loro maniera istintiva e allegra di stare sul palcoscenico e per l'apparente semplicità del loro repertorio che comprende anche diverse rivisitazioni di brani tradizionali.
1996-08-01 L'Unità - da "Mattina", Suoni da Bisanzio
La loro prima apparizione in pubblico risale al 1993, anno in cui presentano all'On the road festival di Pelago un repertorio di musica prevalentemente partenopea.
Da allora, grazie all'esperienza acquisita suonando in strada, i Bízantina scoprono che la musica popolare ha tuttora il potere di coinvolgere e aggregare le persone in maniera diretta e inaspettata. Così i diversi componenti del gruppo - Anna Granata (voce e piccole percussioni), Marcello Melighetti (chitarra e mandola), Massimo lerimonti (percussioni), Mauro Citzia (contrabbasso), Michela D'Astuto (voce e chitarra), Rocco Giorgi (chitarra) e Susanna Crociani (sax soprano, flauto e clarinetto) - hanno messo in campo melodie e ritmi delle loro terre d'origine.
Il risultato è un sound mediterraneo che unisce suggestioni orientali ed echi delle antiche tradizioni popolari del sud, dalla Calabria alla Sicilia e alla Sardegna.